Podcast, app, docufilm, miniserie e incontri a scuola: 5 progetti dei giovani di AMMI per arginare le scommesse tra i minori
Lo ha svelato un’indagine tra 70 ragazzi di 14 anni, di una scuola in Lombardia. Uno su cinque già scommette soldi sullo sport, in canali online. Illegalmente, visto che sono minorenni. E quasi la metà (43,6%) sono tentati di farlo, anche se magari si sono fino ad ora trattenuti.
Lo abbiamo raccontato qui. Una micro indagine, ma che racconta una piaga già evidente e, potenzialmente, molto grande. Sicuramente in crescita. E preoccupante.
Per questo gli studenti di Sport Manager dell’ITS di Fondazione AMMI di Monza hanno lavorato per mettere a punto dei progetti di sensibilizzazione su questo problema. Improntati soprattutto all’informazione sui rischi e, quindi, alla prevenzione. Con un budget virtuale a disposizione tra i 20 e i 30 mila euro.
1 – Gioca per crescere, non per rischiare. Proteggiamo il futuro dei nostri giovani educando e proteggendo. Così si intitola il progetto realizzato da Giulia Stucchi, Andrea Rossetto, Mattia Steri e Jacopo Sacco.
Sono partiti da alcuni dati dell’Istat e dell’Istituto superiore di Sanità (circa 90 mila ragazzi sono considerati giocatori problematici e 130 mila sono a rischio elevato; la percentuale di giovani a rischio è salita dal 3,2% al 5,9%) per poi individuare 5 obiettivi chiave del progetto:
– sensibilizzare
– promuovere alternative sane
– coinvolgere famiglie e comunità locali
– aumentare la consapevolezza nelle scuole
– rafforzare la cultura della prevenzione
Come? Con laboratori educativi e creativi, una campagna di sensibilizzazione, interventi di peer education, attività sportive e azioni di supporto psicologico e consulenza. “Per garantire la sostenibilità del progetto – aggiungono – sarebbe ideale coinvolgere partner locali, enti pubblici, aziende, associazioni, o richiedere finanziamenti aggiuntivi come bandi per continuare l’attività di prevenzione a lungo termine”.
2 – Punto su di Te. Si intitola così il progetto messo a punto da Mirko Berto, Riccardo Fedele, Lorenzo Citarella, Davide Bellini e Riccardo Bastillo. Tutto concentrato su un’unica idea, forte. Quella di realizzare un docufilm.
“Tratta il delicato tema della ludopatia tra i minori – spiegano – di cui sono sia protagonisti che destinatari. La trama riguarda la storia di uno studente 14enne militante nel settore giovanile di una società professionistica di calcio, che, in prima superiore, si avvicina, per via degli amici, al mondo delle scommesse. Sviluppando una vera e propria dipendenza, complice anche qualche buona vincita iniziale, che lo ammanetta alla prigione del gioco”. Il ragazzo sprofonda nel baratro, si preclude la carriera sportiva, poi su consiglio di un docente inizia a frequentare uno psicoterapeuta, fino a diventare lui stesso uno specialista, da adulto, e fondare un’associazione per prevenire e aiutare i minori a non fare il suo stesso errore. “Il nome dell’associazione – raccontano i ragazzi – sarà Punto su di Te”.
3 – BETter Life. E’ il nome del progetto ideato da Riccardo Callegari, Sara Ghislotti, Riccardo Pogliana e Christian Tagliabue. Il sottotilo è “Scommesse online: il lato oscuro della GenerazioneZ”. Gli studenti si sono messi nei panni di ex giocatori: “Facciamo parte di un gruppo di ragazzi ex-scommettitori – spiegano nel loro lavoro – con l’obiettivo di promuovere il benessere psico-fisico tra i ragazzi, sensibilizzando tramite le nostre esperienze personali. Grazie a un podcast prodotto da noi sui social media come Spotify e Youtube”.
Anche loro sono partiti dall’analisi di alcuni dati preoccupanti e hanno poi evidenziato tre motivi principali come “porta di ingresso”: influenza degli amici, poco controllo sui siti, troppe pubblicità di scommesse. Tre anche le conseguenze: economiche, psicologiche, relazionali.
“La nostra idea è promuovere all’interno delle scuole e sui social media un podcast in cui raccontiamo le nostre esperienze da ex giocatori e portando testimonianze di ospiti come ex calciatori, rappresentanti del Telefono Verde Nazionale per le problematiche legate al Gioco d’Azzardo e psicologi professionisti”.
Un podcast interattivo, con sondaggi o questionari live, in cui i ragazzi potranno esprimere la propria opinione sulla puntata, una sessione di domande e risposte con gli ospiti, la collaborazione con influencer e creators. In più, un Test di autovalutazione per valutare il proprio rapporto con il gioco.
4 – BTB Block The Bet. E’ questa la soluzione studiata dal gruppo formato da Ivan Boselli, Claudio D’Adda, Andrea Rossi, Luca Lusignoli e Morgan Maestri. “Blocchiamo tutti insieme il problema del betting tra i ragazzi, tramite un’app sul telefono che impedirà di aprire siti betting – spiegano nel loro lavoro -. Tutti insieme, condividendo il link con i tuoi amici e parenti, riceverai un buono da spendere in libreria. Il tutto, ben formando i giovani sul pericolo che corrono, tramite video lezioni gratuite con atleti e psicologi”.
Quindi un’app che impedisca ai minori di recarsi sui siti dove effettuare le scommesse e che garantisca delle ricompense “in libri” per chi la diffonde. “In risposta a questi rischi – scrivono nel loro progetto, motivando la scelta del nuovo prodotto da realizzare – sono stati implementati programmi di sensibilizzazione e politiche preventive, ma la mancanza di una vigilanza costante e la difficoltà di monitorare le attività online continuano a rappresentare sfide significative”.
5 – Scommettiamo su di te! E’ il progetto di Gabriele Cembrola, Matteo Toffanin, Emma Citterio, Noemi Brambilla e Andrea De Capitani.
“…anche i giovani sono coinvolti: il 5% dei ragazzi tra i 14 e i 17 anni ha scommesso almeno una volta, con picchi tra i 16-17 anni. I giovani che iniziano a scommettere prima dei 18 anni hanno un rischio maggiore di sviluppare una dipendenza rispetto agli adulti”, evidenziano dopo aver consultato alcune indagini e ricerche.
Il loro piano d’azione si sviluppa in due fasi. La prima prevede incontri nelle scuole tra i genitori e un’equipe di psicologi, “per rendere consapevoli i genitori dei rischi in cui i loro figli possono incorrere. In più saranno dati suggerimenti su come capire se il proprio figlio ha intrapreso la via delle scommesse sportive”.
Sei i sintomi di una possibile dipendenza che hanno individuato: il ragazzo prova malessere se non gioca; diventa irascibile, rissoso e violento; si focalizza esclusivamente su gioco trascurando il resto; accumula debiti; distorce la realtà; è spinto a scommettere somme sempre più ingenti.
Da qui, la seconda parte del piano, che prevede una miniserie di video e reels per i giovani stessi, su instagram e tik tok, dove ogni puntata avrà una tematica diversa, legata al mondo delle scommesse, alla cultura del guadagno facile, al brivido del rischio. Alla fine, accompagnati da psicologi, gli studenti dovranno svolgere delle attività pratiche per ragionare sul tema.
Nei prossimi giorni pubblicheremo i progetti completi.