“Safeguarding, questo sconosciuto e incompreso”. Il caso ginnastica-bambine fa discutere.
Riceviamo e pubblichiamo questa lettera da parte di dell’Avvocato F.Cacace, Docente universitario e attivo nel mondo dello sport a seguito del nostro articolo con la testimonianza di una ginnasta adolescente che racconta i motivi del suo abbandono dello sport.
HO LETTO L’ESPERIENZA della ginnasta-bambina che ha già alzato bandiera bianca e ho capito che rappresenta il migliore intervento che abbia mai letto o sentito sull’essenza di ciò che costituisce negazione dei principi invocati a gran voce da tutte le linee guida in materia di Safeguarding adottate dalla Federazioni Sportive Nazionale, Discipline Sportive Associate ed Enti di promozione Sociale.
Principi per i quali “Il diritto fondamentale dei tesserati è di esser trattati con rispetto e dignità, nonché di essere tutelati da ogni forma di abuso, molestia, violenza di genere e ogni altra condizione di discriminazione” e, ancora, “Il diritto alla salute e al benessere psico-fisico dei tesserati costituisce un valore assolutamente prevalente anche rispetto al risultato positivo“.
La mera enunciazione dei principi, però, non viene spesso compresa nella sua portata da quanti partecipano ai corsi di formazione sul Safeguarding nello sport.
Del pari faticano a capire in cosa consista un abuso psicologico in danno di una/un atleta minore o l’incuria (neglect) e non aiutano a chiarirlo le compiute descrizioni del fenomeno contenute nelle linee guida che appaiono, proprio a coloro ai quali sono indirizzate, scritte in “legalese“.
Cosa vuol dire trattare con rispetto e dignità l’atleta? Cosa vuol dire privilegiare il benessere psico-fisico rispetto al risultato positivo? Cos’è un abuso psicologico? E l’incuria? Presto detto: è tutto descritto e spiegato da Alessia (nome di fantasia) e al prossimo incontro formativo sul Safeguarding leggerò ai partecipanti la sua lettera.
Avv.Fabrizio Cacace