Zebre Rugby: Parma vince la sua partita, la franchigia resta in città
di LUCIA GALLI
Ci sono buone notizie che vanno al di là del risultato. E’ quel che è successo a Parma dove si profilava una partita che la città ducale avrebbe potuto perdere. La franchigia di rugby delle Zebre, storico team della via Emilia, rischiava il trasloco e la privatizzazione. Destinazione? Nord Est Italia, terreno da sempre fertile per alcune delle squadre top della palla vale. Dopo un Natale amaro, quando il consiglio federale aveva stabilito la disponibilità della Federazione alla cessione delle Zebre Rugby a partire dalla stagione sportiva 2025/26, c’è stato tempo fino a febbraio per presentare una manifestazione d’interesse che incontrasse i criteri stabiliti da fede – rugby.
ZEBRE A RISCHIO MIGRAZIONE L’intento, anche meritevole, era quello di portare le Zebre in una condizione simile a quella della Benetton Rugby, ovvero a conduzione privata con un contributo federale di circa 5 milioni di euro a stagione. Attualmente la franchigia di Parma, totalmente controllata dalla federazione, pesa circa 7 milioni sul bilancio della Fir.
CORDATA CITTADINA In realtà a storcere il naso all’ipotesi di vedere migrare nel nord est le Zebre, erano stati in molti in città. Così il panorama locale si era smosso per trovare una soluzione concreta, ma anche di orgoglio: imprenditori, sponsor, il Comune e soprattutto il Cus Parma a fare da capofila. Tutto per la franchigia. Così, a tempo record, era arrivata una cordata ad imbastire un’offerta per acquisire le quote. La cordata locale aveva un progetto basato sulla valorizzazione della Cittadella del Rugby di Moletolo, il quartiere sportivo, appena fuori dal centro città. In agenda c’erano anche la collaborazione di tutte le società del territorio, comprese Reggio e Viadana, vicine e affini, e una politica rugbistica che avesse il suo fulcro nella crescita e valorizzazione dei giovani.
NO ALLA PRIVATIZZAZIONE Su questo punto, la Fir, federugby, presieduta da Andrea Duodo, ha giudicato la proposta “Solo parzialmente rispondente ai requisiti”. Non una bocciatura, semmai un rinvio, ma sufficiente a scongiurare la partenza della franchigia: “L’interesse delle realtà politiche e imprenditoriali del territorio è un punto di partenza per una più strutturata partecipazione all’assetto finanziario-amministrativo della franchigia, nonché al consolidamento e allo sviluppo nell’attuale contesto”.
LA FRANCHIGIA RESTA FEDERALE Et voilà, la città ha fatto quadrato. Pericolo scampato: così è stato deciso in una riunione presso il Coni a Roma. La Fir, Federazione italiana Rugby si tiene il 100% delle quote della franchigia emiliana. Scongiurato il trasferimento: e non solo. La partecipazione alle manifestazioni internazionali Bkt United Rugby Championship ed Epcr continuerà ad avere luogo allo stadio locale Sergio Lanfranchi. Quindi le Zebre restano a Parma, nelle mani della Federazione, ma tra proprietà e territorio il rapporto punta a divenire ancora più intenso.
UN NUOVO FUTURO “Intanto, siamo soddisfatti perché le Zebre restano a Parma – commenta Egidio Amoretti, sponsor e coordinatore degli investitori – e perché, con questa decisione, viene riconosciuta la progettualità espressa dal Cus”. Da una potenziale crisi e da un doloroso addio rinasce la possibilità, invece, di crescere insieme.
UN OVALE BUONO A Parma le zebre sono una realtà molto attiva anche nel sociale: collaborano, per esempio, da tempo, con la locale cooperativa sociale Biricca, attiva da oltre 20 anni fra Emilia, Lombardia ed Alto Adige, nell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate ed oggi conta quasi 300 dipendenti. Nel 2022, con l’invasione russa dell’Ucraina, le Zebre hanno aiutato 90 rifugiati, con due diversi trasferimenti ed una raccolta fondi. Per questo gesto, nel 2023, hanno ricevuto anche una menzione d’onore al premio Sant’Ilario, la massima onorificenza cittadina. Ed allora, ben trovate Zebre. Il futuro è ancora una meta sulla via Emilia.