La mia rinascita dal calcio al Tennistavolo in carrozzina: la storia del nostro collaboratore Edoardo Casati
Ciao a tutti, mi chiamo Edoardo Casati ed oggi vi racconto che giro strano ha fatto lo sport nella mia vita e perché io sia follemente innamorato del VERO sport, quello genuino.
Prima di parlare di sport però, vi dico due cose su ciò che mi è capitato nell’ormai lontano 2016.
Era settembre, in piena preparazione atletica per la stagione sportiva che sarebbe poi iniziata di lì a poco, precisamente il 10, numero di maglia del mio attaccante italiano preferito, Alessandro Del Piero. Quel giorno fu la prima uscita stagionale, un’amichevole, capitano della mia squadra e soprattutto marcatore del gol che ha sbloccato la partita verso il 30° del primo tempo.
Poco dopo la ripresa della seconda frazione di gioco ho chiesto cambio al mister, forse il troppo caldo o la mia ancora non perfetta forma fisica mi avevano prosciugato le energie per restare in campo.
La stanchezza ed il caldo erano veramente insopportabili così verso fine partita mi sdraiai per terra in cerca di fresco. Dopo il triplice fischio il direttore sportivo, in panchina con noi, viene da me e mi allunga il braccio come per volermi aiutare ad alzare ma la prima cosa che gli dissi è stata: “Non riesco più a muovermi”. Andai subito in ospedale, il tragitto fu un qualcosa di indimenticabile.
Quindici minuti a ripetere a mio papà il mio nome, la data e l’ora.
In pronto soccorso nessuna diagnosi particolare fino a quando decisero di farmi una risonanza magnetica che evidenziò una lesione midollare incompleta a partire dalla vertebra di c3.
Tra periodo acuto e riabilitazioni varie sono stato in ospedale poco più di due anni.
Tanto tempo, vero, ma lo sport non mi ha mai abbandonato.
Lo sport, subito dopo il periodo acuto, si è catapultato nella mia vita grazie al mio terapista occupazionale dell’unità spinale unipolare dell’ospedale di Niguarda, Milano.
Ovviamente in vesti diverse, tavolo, pallina e racchetta. Inizialmente non riuscivo a tenere in mano autonomamente la racchetta.
Con il tempo continuai a fare sport terapia praticando Tennistavolo. I miglioramenti fisici erano evidenti, maggiore equilibrio, più forza sul braccio destro e soprattutto abbandonai la fascia che mi aiutava a tenere la racchetta in mano.
Questo incontro con lo sport sembrava un po’ fine a se stesso fino a quando non iniziò ad essere presente in palestra un vero e proprio allenatore che vide i miei miglioramenti tecnici e mi propose di iscrivermi a fare agonismo. Allenamento dopo allenamento la mia autostima aumentava sempre più e lo sguardo verso un futuro più positivo era più facile averlo.
Purtroppo, il periodo Covid ha fermato ogni tipo di competizione ma la mia voglia di crescere allenamento dopo allenamento è sempre stata in crescendo tanto da ottenere, in pochi anni di agonismo, la convocazione del commissario tecnico della nazionale paralimpica per partecipare agli europei u23 nel luglio del 2022.
Gli Europei del 2022 sono stati, per ora, l’esperienza sportiva più emozionante della mia carriera.
Gli inni, le cerimonie di premiazione ma soprattutto le sfilate di apertura e chiusura dei giochi, proprio come se fossero delle piccole paralimpiadi, un’emozione unica. Lo sport, gli allenamenti e le gare, oltre ad essere stimolo positivo per il mio futuro mi hanno aiutato a conoscere molte persone con le quali condividere le diverse esperienze della vita.
Il tennistavolo tutt’ora occupa una bella parte della mia routine settimanale, mi aiuta a scaricare le tensioni accumulate dai vari impegni ma soprattutto mi permette di essere in contatto con tante persone anche non del mondo paralimpico. Lo sport viene utilizzato proprio come mezzo per abbattere quelle barriere che se si osserva dall’esterno si possono notare. Davanti al tavolo siamo tutti uguali, Atleti.
Grazie Sport per essere RI-tornato, seppur in modo differente, nella mia vita.
Edoardo Casati, collaboratore curatore della Rubrica sullo Sport paralimpico